giovedì 31 marzo 2011

Pensieri del crepuscolo

Penombra della sera, stanco, pensoso. ULTRA dei Depeche Mode a cullarmi e ricordare tramite stralci di immagini un periodo non troppo recente.

ULTRA, così potente e incazzato in alcuni punti, così dolce e malinconico in altri. Essere soli a casa per troppo tempo non fa molto bene, soprattutto al mio cervellino che non aspetta altro che una scusa per drogarsi della sua sostanza migliore: la nostalgia.
La giovinezza sfiorisce, si passa ad un'altra era. Un'era che poi passerà e che rimpiangerò a sua volta. Chissà a cosa penserò quando andrò via.
Ma voi ci pensate mai alla morte? Ci pensate mai al fatto che non esisterete più e che tutto quello che avete fatto, dall'amare, all'essere persone migliori, ad esservi accapigliati per la vostra diva pop ad aver calcinculato una persona a voi stretta, all'aver inventato qualcosa di geniale, sarà servito praticamente a nulla? Cioè, forse alcune cose che avete fatto durante la vostra vita avranno influenze nel lungo e medio termine sulla vita degli esseri umani a venire...ma quando fra cinque miliardi di anni il sole sarà esploso e il pianetino sul quale siamo sarà spazzato via, cosa resterà delle nostre esistenze?

No, questo non è solo un blog di cazzate. La parvenza potrebbe essere quella: eros, scemenze, trash, grafica, arte...
Mi ero imposto di non cedere stavolta al mio lato intimistico. E' impossibile. Voglio esprimermi e devo esprimermi anche in questo modo. Io sono anche questo. Per questo motivo ho deciso di recuperare pensieri scritti in un blog di cinque anni fa ormai...e di porli in relazione con questo. Perché alla fine sono sempre io.

E c'è da dire che i peperoni li sto cucinando e non li ho ancora mangiati, eh.

Il pensiero telefilmico: Sherlock

Sì lo so, il pensiero telefilmico è abbastanza tremendo come nome per una rubrica; ma davvero, ci ho pensato un po' in questi giorni e non me ne è venuto uno migliore, quindi ce lo teniamo, orrendo com'è.

In queste settimane ho visto un nuovo serial di produzione inglese, Sherlock.


Devo dire che nella terra anglosassone, i serial tv sono sempre parecchio interessanti e quasi quasi mi attirano di più di quelli sputtanati americani che ormai partono da sceneggiature accattivanti e poi evolvono senza capo ne coda a seconda dei gusti del pubblico.

Sherlock è una miniserie di tre episodi, andata in onda sulla BBC quest'estate, ed è ispirata al celebre personaggio inventato da Sir Arthur Conan Doyle.
C'è da dire che io sono sempre stato un grande fan dei romanzi gialli: nella mia prima adolescenza ne ho letti a bizzeffe, compreso Ellery Queen e Agatha Christie. Di quest'ultima, poi, ho letto praticamente tutto, amando alla follia il suo Hercule Poirot; ma allo stesso tempo ho letto e riletto le avventure di Sherlock Holmes, affascinato dalle capacità deduttive di questo personaggio e del suo magnetismo.

Quando ho scoperto grazie ai miei colleghi dell'esistenza di questa serie mi sono subito precipitato a vederla.
Giudizio? Una delle cose migliori che abbia visto negli ultimi tempi.

Sherlock è un adattamento contemporaneo dei personaggi e dei racconti immaginati da Conan Doyle, in cui i canovacci originali si amalgamano perfettamente ai nostri giorni ottenendo un risultato molto particolare ed interessante. Il protagonista, Sherlock, è un mezzo psicotico algido e sociopatico che non fuma pipe ma ha il corpo pieno di cerotti anti-nicotina, molto probabilmente omosessuale, che oltre alla lente di ingrandimento utilizza il web, i blog, gli smart phone e tutte le diavolerie tecnologiche di cui siamo invasi. L'attore che lo interpreta, Benedict Cumberbatch, è poi perfetto per questo ruolo. Recitazione veloce, asciutta, occhi felini e magnetici che comunicano tutta la follia del suo personaggio oltre alla grande genialità. Oltre ad essere un perfetto englishman.





Sherlock reputa quasi tutti gli esseri umani degli idioti, soprattutto perché riempiono le stanze del proprio cervello di informazioni inutili e superficiali, evitando dettagli e ragionamenti davvero interessanti. Inoltre è un drogato del pericolo, del rischio, delle sfide. Vuole sempre mettersi alla prova e vincere ogni sfida alla sua mente geniale. E' attratto da Watson (interpretato da Martin Freeman) solo perché dentro di sé il buon dottore condivide l'amore e il bisogno del rischio, unica cosa che ormai lo fa sentire vivo da quando è tornato dalla guerra in Afghanistan a cui ha preso parte come medico militare.



Interessantissimo, inoltre, l'uso che si fa del testo grafico nella serie. Spesso i pensieri di Sherlock, incomprensibili ai più, sono palesati da testi che compaiono sullo schermo quasi come ci si trovasse a leggere un fumetto, in modo da rendere più chiaro e comprensibile lo svolgersi dell'azione spesso complicata e dal ritmo serrato. E poi, ragazzi, l'altra protagonista: Londra. Ci sono delle vedute di questa città da togliere il fiato, soprattuto per chi, come me, ci ha vissuto un tot di tempo e ne conosce a menadito tutti gli angoli e le sue magie.
Il finale di Sherlock poi è apertissimo, questo perché la serie verrà continuata con altri tre mini episodi che dovrebbero andare in onda questo autunno. Anche perché spero che l'arrivo di Moriarty, storico nemico di Sherlock, sia solo l'inizio di una lunga sfida tra i due.

Il pensiero musicale: There must be an angel, Eurythmics

In questi giorni sono alla scoperta di Annie Lennox e degli Eurythmics. La voce di Annie algida, elegante ma così espressiva, sta diventando una interessante ossessione. Tra l'altro da buon ignorante ho scoperto che questa canzone famossissima era degli Eurythmics al concerto di Kylie Minogue che ne ha fatto una cover dopo Looking for an Angel.
Il video è, infine, carinissimo, pieno zeppo dei topoi tipici di Annie e degli Eurythmics: strizzatina d'occhio al mondo gay, al kitsch, ai miti, ambientazioni barocche e/o settecentesche, bella fotografia (relazionata a quegli anni, ovviamente). Il ciccione con la voce soprano poi è davvero splendido, la ciliegiona sulla torta!

"I must be hallucinating, watching angels celebrating. Could this be reactivating? All my senses dislocating..."





mercoledì 30 marzo 2011

Il merchandising del cobra

Qualche giorno fa dallo zoo del Bronx, a New York, un cobra egizio pericolosissimo e velenosissimo è fuggito e non è ancora stato ritrovato. Potrebbe essere dovunque al momento anche se io mi auguro sia finito in due o tre posti in particolare, ma vabbé.

Su Cafepress, un geniale utente ha disegnato la seguente linea di maglie, tazze, jockstrap e tutine per neonato in cui la famosissima grafica di I love New York è stata reinterpretata omaggiando il magnifico cobra latitante. Se volete acquistarlo potete trovarlo qui.

Britney Spears: le reazioni dei fan sul tubo

Mentre la blogosfera gaia si accapiglia negli ultimi mesi sulle varie gravi questioni che riguardano Britney Spears; mentre Spetteguless e Popslut continuano imperterriti le loro crociate pro e contro Britney riportandoci tutte le news possibili e immaginarie e suscitando vespai di commenti di brittarole, madonnari e little monsters inferociti pronti a tutto pur di difendere le proprie beniamine, affilando le unghie e facendo lunghi strascini alle avversarie che farebbero impallidire le buzzicone napoletane di Uomini e Donne; mentre la stessa Britney ci stupisce e sconvolge con esibizioni degne di Pamela Petrarolo, io vi riporto alcune tra le reazioni più simpatiche agli ultimi singoli o video della Spears che secondo me incarnano perfettamente tutto quello che sta accadendo ultimamente! Adoro tutta questa follia! Adoro! Voglio altri, cento, mille, miliardi album nuovi della Spears!









Tom Ford per Another Man

Il buon Tom Ford si è fatto fotografare da Jeff Burton per Another Man. Jeff, che di solito è un maestro nell'uso delle sfumature di colori, si è lasciato andare a un bel rosso forte di sfondo e un'ambientazione di backstage. Nulla di originale, ma d'effetto.
Anche se quest'uso di sfocature sul volto di Tom mi infastidisce alquanto, rendendolo quasi una statua di Madame Tussauds. Che poi Tom è anche discreto figaccione, ma come tanti altri del suo genere, appena apre bocca mi ammoscia anche l'inammosciabile.




martedì 29 marzo 2011

La cazzata di FFFFound quotidiana:

C'è qualcosa in questa immagine che mi fa pensare alla situazione attuale mondiale, sia nelle immagini sia nelle sensazioni che mi comunicano. Assurdo, ridicolo e terrificante.


Della morte e dei vortici

Tornavo dalla pausa pranzo e camminavo per strada rintontito dall'abbiocco e con il mio iPod nelle orecchie. Ad un certo punto il mio sguardo si è posato distrattamente su una scena vista e rivista più volte, ma insolita qui a Milano.
Una folla di persone sostava dinanzi al portone di un palazzo, ghirlande di fiori tutto attorno ed una bara in legno trasportata da alcuni uomini.
L'ho guardata distrattamente, buttando l'occhio appena e ho proseguito prontamente diritto per continuare la mia vita. Il mondo mica si ferma. C'è una taglientissima quanto inevitabile crudeltà in questo.

Un solo pensiero stronzo nella mia mente: un giorno ci sarò io là dentro e magari, mentre la mia vita si sarà interrotta, il mondo continuerà ad andare avanti incarnandosi in un giovane stonato dalla pausa pranzo, indaffarato e ricco di cose da fare e vivere, che mi degnerà di uno sguardo distratto e malinconico. Un giovane che spero non sia ancora nato.

Ewan McGregor dice addio alle scene di nudo nei film

E poi ci sono quelle notizie improvvise che, come un fulmine a ciel sereno, ti fanno venir voglia di metterti a lutto o organizzare seri sit-in di protesta, perché davvero sono inconcepibili. Ewan McGregor, dopo avercelo fatto vedere sempre e comunque in tutte le salse, dopo avercelo sbattuto in faccia appena possibile, dopo aver dedicato un intero film al suo pisello (I racconti del cuscino, per chi non l'avesse visto quel film di Greenaway ha come protagonista proprio lui, l'arnese di Ewan che ha più primi piani del suo proprietario), ha deciso che no, proprio non più, basta, non vedremo mai più tutto il suo ambaradan.

Motivo?

Ewan teme che arrivato alla fatidica soglia dei 40 anni (li compirà dopodomani), le attrici con le quali si troverà sul set (soprattutto le più giovani) potrebbero pensare che talune inaspettare reazioni (o erezioni) siano un chiaro segno della sua voglia irrefrenabile di trombarsele.

Ora, Ewan, è vero che non sei più il pischelletto arrapante di Trainspotting, ma sei sempre parecchio affascinante e, soprattutto, ero preparato psicologicamente a minimo
 altri dieci anni del tuo pisello esibito sempre e comunque in ogni tuo film, cortometraggio o quel che l'è. Ora, perché non ripensarci? D'altronde, le ragazzette è vero potrebbero pensare strane cose, ma i ragazzi? Dedicati a scene con uomini e vedrai che nessuno penserà niente di male; oppure se vogliamo accelerare e semplificare la cosa, potresti darti direttamente al porno, no? D'altronde quel genere cinematografico ha bisogno di un'impronta artistica niente male!





Il pensiero trash: Ho fatto l'amore con me, Amanda Lear

Mentre lavoravo, il mio iTunes mi ha fatto uno splendido dono: in quel momento un raggio di sole è entrato dalla finestra, due passerotti si sono posati sul davanzale e l'amore è sbocciato in tutta l'azienda (ovviamente gay). Nelle mie orecchie risuonava questo splendido capolavoro di Amanda Lear ricordandomi quanto sia importante la pratica della masturbazione. Raggiunta questa conoscenza, ho pensato: "perché non condividere questo magico momento con i miei pensierini?". Ed eccomi qua, cultore dell'autoerotismo, a diffondere questo capolavoro trash "Ho fatto l'amore con me".
Tra l'altro, ho scoperto poco tempo fa che la musica di questa divina perla è stata scritta dalla sublimerrima Giuni Russo che, spero, non avesse idea per chi o per cosa la stesse componendo.

Il video di questo raggio di luce è qualcosa di indescrivibile e assolutamente ipnotico ed è preso paro paro da rete 4, quando ancora valeva qualcosa come rete. Sfido chiunque di voi ad arrivare alla fine del video senza essersi tramutati in una affascinante sirena trans come la nostra Amanda, pronta a toccarsi e a lasciarsi andare alle gioie dell'amore.